Venerdì di Repubblica: il Prof. Gianni Rocchi sui rischi apnee del sonno

Di Rossana Campisi
Se qualcuno russa accanto a voi – prima di cambiare stanza – regalategli un didgeridoo. Non è una trovata della musicoterapica né un modo per sostituire il rumore del ronfare con la melodia dello strumento musicale australiano (sacro peraltro agli aborigeni). Si tratta dell’ultima frontiera per la cura di forme moderate di roncopatia (dal greco rhonchòs, voce onomatopeica del suono di chi russa) che – stando a uno studio apparso sul British Medical Journal nel 2006 scomparirebbero già con quattro mesi di lezioni di didgeridoo. Suonare questo strumento a fiato (lungo fino a quattro metri) rafforzerebbe i muscoli della gola permettendo una migliore circolazione del flusso d’aria: è questa la conclusione di due anni di esperimenti condotti all’ospedale britannico Royal Devon and Exeter. Ma quanti russano nel mondo? Fino al 60 per cento degli uomini di età compresa tra i 40 e i 60 anni (la fascia più colpita) e fino al 40 per cento delle donne. Il dato italiano, che comprende invece tutte le fasce di età, è di oltre 11 milioni i russatori, mentre sono quasi tre milioni le persone che soffrono di apnee notturne. «Si tratta di dati da non sottovalutare» avverte Claudio Vicini, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Morgagni- Pierantoni di Forlì, uno dei primi centri italiani di medicina del sonno. «Molta gente si trascura e scopre gravi roncopatie solo con le complicazioni. Si tende a russare soprattutto nell’età infantile, fino a dieci anni, e tra i 40 e i 60 anni. In menopausa, le donne raggiungono la percentuale degli uomini, forse per l’abbassamento del livello degli estrogeni, anche se non si è ancora ben capito il ruolo di questo ormone nella protezione dal russamento. Nei bambini che russano, di solito per le tonsille ingrossate, si ha poi una complicazione particolare: il fatto di dormire male frena infatti la produzione dell’ormone della
crescita, che avviene proprio durante alcune fasi del sonno. Ecco perché in genere questi bambini sono un po’ più gracili degli altri e, se sottoposti a un intervento alle tonsille, tendono a prendere qualche chilo». Eppure c’è russare e russare. E a provocare il rumore tipico delle vibrazioni al passaggio dell’aria possono essere diverse cause. Ecco perché da oltre 40 anni si preferisce un approccio multidisciplinare, che coinvolge diversi specialisti: dagli otorinolaringoiatri ai dentisti, dai chirurghi maxillofacciali ai cardiologi, dagli pneumologi ai nutrizionisti, dagli endocrinologi ai
neurologi. Un approccio che oggi è confluito nella branca della medicina del sonno. «Si può russare perché si ha un ingrossamento dei turbinati (formazioni ossee rivestite da mucosa che riscaldano, depurano, umidificano e regolano il flusso dell’aria inspirata, ndr) o delle adeinodi, per un’allergia o perché si fuma» spiega Giovannino Rocchi, presidente dell’Istituto Italiano di Roncologia a Roma. «Ma si può soffrire di roncopatia anche se si è in sovrappeso, se si ha la mandibola arretrata che restringe la cavità della gola o se a livello neurologico manca l’impulso per la respirazione».
Chi russa può poi essere anche vittima della sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno (Osas). «Se si hanno 5-10 apnee in un’ora di sonno non c’è da allarmarsi» spiega Gianluca Capra, otorinolaringoiatra presso l’ospedale Vittore Buzzi di Milano. «Se però le fasi di arresto del respiro sono più frequenti è meglio fare un esame clinico. […] l’Osas può causare alterazioni cardiovascolari, con un aumento del rischio di ipertensione, ictus, infarto, broncopatia e ischemia. In alcuni casi compromettere anche la produzione ormonale, con conseguenze sul peso corporeo, che può aumentare, o sul rischio di diabete». Il problema è che pochi tra i russatori fanno un controllo completo. Si chiama polisonnografia notturna ed è un esame […] che registra la quantità di ossigeno in circolo e individua il tipo di apnea di cui si soffre: periferica (se legata alla respirazione) o centrale (più rara, se dipende dal sistema nervoso). […] Identificata la causa, si procede con la terapia più adatta: dalla dieta alla riduzione chirurgica degli organi del palato, dall’avanzamento della mandibola […] a una mascherina notturna, che però è ingombrante, rumorosa e poco accettata dai pazienti. «Tra le tecniche più recenti» spiega Vicini «c’è quella di trasmettere radiofrequenze con piccoli aghi nelle zone coinvolte nella respirazione per renderle meno molli e per facilitare il flusso dell’aria. Queste terapie servono anche a eliminare le conseguenze «sociali» del russare, legate soprattutto alla perdita di sonno: affaticamento, difficoltà nella concentrazione, depressione, impotenza sessuale (si riduce la produzione di testosterone), irritabilità, calo di efficienza lavorativa, cefalea mattutina, sonnolenza diurna. Per non parlare dei tanti matrimoni che – secondo un recente studio Usa – vanno in crisi per il marito rumoroso. […] 

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